1969-2019
Nel
Cinquantesimo dalla morte di Pinelli
e dalla Strage di Piazza
Fontana
Barabàn aderisce alla catena musicale per Giuseppe Pinelli e manda un abbraccio a Licia, Claudia e Silvia.
La strage di Stato di
Piazza Fontana e la morte di Giuseppe Pinelli, ucciso innocente nei
locali della questura di Milano, sono e resteranno per sempre una
ferita per la città di Milano, per l'Italia e l'Europa.
Una
ferita scavata sul volto della nostra storia, un trauma della nostra
democrazia, da questo condizionata nello sviluppo e nel suo pieno
compimento fino ai nostri giorni.
La bomba che ferì la nostra
libertà lasciò a terra diciassette morti e ottantotto feriti e
porto' innocenti anarchici in carcere con accuse infamanti, tra
questi Pietro Valpreda.
Diciassette morti più uno, Giuseppe
Pinelli, vittima due volte, della strategia della tensione e della
strategia della menzogna. Come ricordare quel giorno? Qual è il
miglior modo per ricordare Pino, staffetta partigiana, ferroviere
anarchico e padre di famiglia?
Crediamo che contro lo scandalo
di quella violenza, contro la rimozione di quella memoria, occorra
mettere in scena quella ferita, farla emergere dal suolo cittadino,
mostrarla, renderla viva ancora.
Abbiamo così pensato ad una
grande performance che renda il cinquantesimo un'occasione di
riflessione, di gioiosa partecipazione, di slancio fraterno verso
l'altro: una catena umana musicale che vada da Piazza Fontana alla
Questura, un chilometro e trecento metri di musica, affinché Milano
ritrovi il suo volto segnato, la ferita da cui ripartire, per
ribadire il desiderio di verità, giustizia sociale e libertà. Da
quella ferita indelebile possiamo ripartire per sognare, per ribadire
il nostro desiderio di diritto e di pace. E cosa più di una musica
lanciata al cielo è simile alla volontà più pura di giustizia
sociale, pace e libertà? Una catena umana musicale che colleghi i
due luoghi simbolo di quella tragedia per dire che quella morte non è
stata vana.
Che noi ci siamo, che i diritti degli ultimi non
sono dimenticati, che i diritti dei bambini, delle donne, dei
lavoratori, dei migranti, degli uomini tutti verranno sempre difesi.
Una catena musicale per dire tutto questo con il sorriso di chi
conserva la speranza, di chi ha ancora fiducia nell'uomo, il sorriso
di chi conosce il senso ancestrale di fratellanza fra gli
uomini.
Suoneremo e canteremo a perdifiato il nome e nel nome di
Pinelli. Faremo in modo che quell'uomo in volo dal quarto piano
ancora non tocchi terra.
Lo terremo come un aquilone, come una
stella che dica la direzione da prendere, le scelte da fare, il bene
da opporre all'intolleranza, la libertà all'oscurantismo che stiamo
vivendo.
Da un incubo può nascere un sogno.
Se rendiamo
quella ferita un solco potremo seminarvi un nuovo tempo e una nuova
politica.
Una poetica della politica che doni ai più la
capacità di tornare a sognare un mondo migliore, più giusto ed
equo.
Rendiamo Milano per un'ora una scatola sonora, un
grandissimo strumento musicale di gioia, dignità e libertà.
Una
performance poetica, che permetta di ricordare i giorni di dicembre
del '69 affinché con la poesia si possa urlare la nostra
indisponibilità affinché quei tempi, seppur diversamente, si
ripetano.
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di Giuseppe Pinelli
#ciaoPino
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