La tradizione violinistica nell'Oltrepo pavese

La tradizione violinistica nell

















 

 

 

 

 


A cura di Giuliano Grasso e Aurelio Citelli

Il territorio, le orchestrine della collina e della pianura, il repertorio, le musiche, lo stile violinistico

80 pagine, 11 fotografie, 26 trascrizioni musicali

ACB - AVI (Associazione Violinistica Italiana)

Nel libro viene ricostruita la storia e l'evoluzione di un fenomeno musicale, oggi completamente scomparso, che ha caratterizzato i paesi di pianura e di collina dell'Oltrepo pavese fino alla seconda guerra mondiale. Attraverso le testimonianze degli ultimi anziani violinisti che hanno comunicato ricordi, emozioni e musiche ormai desuete, è riaffiorato il mondo delle orchestrine d'archi, chiamate ad esibirsi nei "balli a palchetto", nei carnevali, nelle veglie di stalla, con il loro repertorio di transizione fra le vecchie danze di gruppo e i moderni balli "lisci". Lo stile violinistico, il ruolo dei vari strumenti, i rapporti con la musica da piffero caratteristica della zona più montana, sono trattati alla luce dei risultati ottenuti dopo anni di meticolosa ricerca sul campo da Aurelio Citelli e Giuliano Grasso. Fra le 26 trascrizioni musicali riportate, gli ultimi esempi del vecchio repertorio: Monfrina, Bisagna, Giga, Curenta, Bal di tri göb, Lavanderina, Scotis, Piva, Sposina etc. alcuni dei quali ascoltabili in versione originale nella pubblicazione Canti e musiche popolari dell'Appennino pavese.


Indice


Premessa - Il territorio - La tradizione strumentale della collina - Le orchestre della pianura - Il repertorio - Lo stile violinistico - Il gruppo d'archi - Le musiche - Note Bibliografia


Recensioni


"l libro si fa apprezzare per l’analisi attenta ed essenziale degli argomenti. L’apparato iconografico, composto da 11 rare foto (per la maggior parte d’epoca), ci fa conoscere vecchie orchestrine e suonatori tradizionali. Numerose trascrizioni di canti e musiche documentano il repertorio. Citelli e Grasso, abili musicisti oltre che ricercatori, ci “aprono” un nuovo mondo etnofonico ed organologico, dimostrando come anche il violino, da molti creduto strumento profondamente ed esclusivamente colto, abbia invece avuto anche una pratica popolare." (Utriculus, 1994)