Noi siamo i Tre Re

La tradizione dei “canti della stella” in Valle Sabbia

a cura di Fabrizio Galvagni, Aurelio Citelli, Giuliano Grasso

I canti della Stella
Ogni anno, nella sera di vigilia dell’Epifania, si rinnova in Valle Sabbia (Brescia) la tradizione dei “canti della stella”, rituale di questua che trova corrispondenza in Laudi Spirituali conosciute dal XVII secolo. I “canti della stella” sono canti di questua a soggetto religioso eseguiti nella notte dell’Epifania, o nei giorni immediatamente antecedenti, da gruppi di cantori itineranti muniti di una stella che simboleggia il viaggio dei re Magi. Localmente conosciuti con varie denominazioni, questi canti hanno nelle regioni nord-orientali, dalla provincia di Brescia al Friuli, l’area di maggiore diffusione in Italia; una tradizione molto radicata anche nei paesi transalpini di lingua tedesca col nome di Sternsingen.

Il rito della Stella
La Valle Sabbia, la più orientale fra le valli bresciane, rappresenta certamente una zona di grande interesse per la varietà tipologica e formale dei testi eseguiti nonché per l’alto numero di gruppi impegnati nella conservazione e nel rinnovamento di questa usanza. La tradizione della Stella si estende sul territorio Valsabbino senza tralasciare le convalli o i centri montani più isolati. Le aree interessate dal fenomeno risultano essere, oggi come in passato, la Valle del Chiese, la Val Nozza o Savallese, il lago d’Idro e la Valvestino, con una isolata propaggine sul lago di Garda; se in alcuni centri vi è stato un periodo di interruzione durante gli anni Sessanta e Settanta, in altri la tradizione non si è mai spenta.

I cantori si ritrovano la vigilia dell’Epifania e iniziano il giro che li porterà a eseguire il canto per tutto l’abitato. Durante il giro viene effettuata una questua che frutta generi alimentari e, sempre più frequentemente, denaro; il gruppo porta con sé una stella variopinta, generalmente autocostruita e inserita sulla cima di un bastone o montata su un carro o un furgone.

I testi eseguiti, benché tramandatisi oralmente da molte generazioni, presentano precise relazioni con alcune Laudi Spirituali riscontrabili in fonti scritte del XVI e XVII secolo, fatto che attesta l’importanza storica di questa tradizione e, con molte probabilità, anche il suo antico radicamento locale.

Nel disco sono raccolte le migliori varianti di questo repertorio, eseguite dai gruppi di cantori tradizionali di Collio, Treviso Bresciano, Comero, Sabbio Chiese, Bione, Lavenone, Capovalle, Crone, Vobarno, Mura, Pompegnino, Carpeneda.


Tracklist

  1. O dolce o felice notte (Collio)
  2. Noi siamo i Tre Re (Treviso Bresciano)
  3. Noi siamo i tre Re venuti dall’oriente (Comero)
  4. Noi siamo i Tre Re (Sabbio Chiese)
  5. Noi siamo i Tre Re (Bione)
  6. Noi siamo i Tre Re (Lavenone)
  7. Vado a cantar le grandi allegrezze (Capovalle)
  8. Noi siamo i Tre Re (Vobarno)
  9. Nacque Dio nella capanna (Crone)
  10. Noi siamo i Tre Re venuti dall’oriente (Mura)
  11. La Stella di Pompegnino (Pompegnino)
  12. Noi siamo i Tre Re (Carpeneda)

Total time: 51:32

Registrazioni di Aurelio Citelli, Giuliano Grasso.
Editing audio e coordinamento tecnico: Aurelio Citelli
Coordinamento editoriale: Giuliano Grasso
Produzione: Associazione culturale Barabàn in collaborazione con la Compagnia delle Pive e il contributo della Comunità Montana di Valle Sabbia e del Comune di Vobarno.

ACB/CD11
© 1998, Associazione culturale Barabàn


Recensioni
Qualsiasi lettore che abbia apprezzato le registrazioni di Doc Rowe o Ian Russell delle tradizioni dei canti natalizi nel sud-ovest o nel nord dell’Inghilterra amerà sicuramente questo disco, come spero quasi tutti gli altri lettori. Non riesco a pensare a molte (nessuna?) altre band che usano la propria etichetta discografica non solo come sbocco per il proprio prodotto commerciale, ma anche per supportare e far conoscere a un mondo più ampio le tradizioni da cui tanta parte della loro musica è disegnato. Possano continuare a farlo a lungo con versioni ben prodotte, superbamente studiate e divertenti come questa” (Musical Traditions, Gran Bretagna, 2000).