Barabàn

Barabàn: 40 anni di musica

Fra i più rappresentativi gruppi della musica popolare italiana, apprezzato in Europa e America, Barabàn ha sviluppato un percorso che rivisita la tradizione musicale del nord Italia con un linguaggio e una sensibilità contemporanea. Negli oltre 40 anni di attività ha tenuto concerti a Londra, Montreal, Mosca, Roma, Milano, Bruxelles, Helsinky, Manchester, Norimberga, Torino, Barcellona, Genova, Berna, Porto, Zurigo, Innsbruck, York, Beverly, Nancy, Venezia, Bologna, Montpellier, Bridport, Liubersky, Klin e in centinaia di altre località, grandi e piccole, di tutta Europa.

Fondato a Milano nel 1982 da Vincenzo Caglioti, Aurelio Citelli, Giuliano Grasso e Guido Montaldo – fra i più attivi ricercatori e musicisti italiani – l’ensemble mescola melodie, lingue, ritmi e sonorità dell’Italia settentrionale, strumenti popolari e moderni, polifonie della pianura Padana, liriche contemporanee, canti arcaici dell’Appennino, musiche swing e dal sapore yiddish. Accurati raccoglitori, i musicisti di Barabàn hanno sviluppato un’originale sintesi musicale tra modelli della tradizione e gusto odierno. Continua è la ricerca di un equilibrio tra la memoria, i linguaggi e le tematiche del presente.

Milano, ARCI Gabalo (già sede di ReNudo), 1984. Barabàn durante le prove. Da sinistra: Guido Montaldo, Vincenzo Caglioti, Giuliano Grasso, Aurelio Citelli, Dina Staro, Silvia Zambrini (foto Renato Minotti).


Da sempre attento ai temi sociali e civili, nel corso degli anni il gruppo si è dedicato anche all’interpretazione di brani composti da discendenti di immigrati italiani in Sud America e alla creazione di nuove musiche sperimentando l’incontro tra le liriche di scrittori contemporanei (Loi, Biamonti) e proprie composizioni dove gli stili e le sonorità della musica di tradizione si aprono alla contaminazione multietnica.

Dalla metà degli anni Novanta ha allestito numerosi spettacoli tematici, alcuni dei quali a carattere multimediale.

Dal 1994 al 2011 ha rappresentato in oltre 300 località, in Italia e all’estero, il concerto La Notte di Betlemme. Nel gennaio 2009 lo spettacolo è stato acclamato alla Cathedral of the Immaculate Conception of The Blessed Virgin Marya, di Mosca (Federazione Russa), città nella quale Barabàn si era esibito nel 1990 nella celebre Sala delle Colonne con un concerto che aveva aperto il tour del gruppo nella Regione di Mosca.

Nel 1995 Barabàn ha partecipato al progetto Canti randagi. Canzoni di Fabrizio De André riproponendo Canzone del maggio.

Barabàn, Festival di Villa Arconati, Bollate (MI), 1996 (foto Elena Piccini).


Dal 2000 l’ensemble rappresenta in teatri e piazze italiani lo spettacolo multimediale Venti5 d’Aprile, dedicato alla Liberazione dal nazifascismo.

Dal 2006 rappresenta L’anello forte. Canzoni di Fabrizio De André e poesie di Alda Merini, una performance sulla donna che ha ottenuto ovunque grande successo. Nel 2007 ha allestito lo spettacolo Voci di trincea. Echi della Grande guerra, con canti, musiche, immagini e testimonianze sul Primo conflitto mondiale. Nel 2008 ha rappresentato per la prima volta Suoni d’Acqua. Musiche, voci e visioni dalle terre del Po, performance multimediale dedicata alla cultura, alle musiche e ai paesaggi del nord Italia.

Nel 2009 ha partecipato a Canti randagi 2 riproponendo la canzone di De André Fiume Sand Creek in una versione multilingue che mescola il dialetto della bassa milanese all’arabo, all’esperanto e all’albanese. Nello stesso anno ha allestito gli spettacoli AlpMusic, dedicato ai riti, storie e tradizioni dell’arco alpino, e Cantico di Natale, un mix di canti e musiche natalizie della tradizione popolare europea.

Nel gennaio del 2010 ha rappresentato per la prima volta Il violino di Auschwitz, spettacolo multimediale dedicato alla Giornata della Memoria che viene ogni anno replicato in numerose località. Nel 2011 ha portato in oltre venti teatri italiani il concerto “Belle e perdute. Canzoni per i 150 d’Italia” per i 150 anni dell’Unità d’Italia.

Dal Novembre 2013 porta in scena Voce al silenzio, concerto con letture dedicato alla Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne.

Il 2 e 3 agosto 2014 ha rappresentato in due piazze di Norimberga (Germania) lo spettacolo Bella ciao! nell’ambito del War and Peace: 39th Bardentreffen Festival; nella stessa estate ha allestito Balla, Italia! spettacolo dedicato alle danze popolari italiane.

All’inizio del 2024, a quarant’anni dall’uscita del suo primo LP Musa di pèlle, pinfio di legno nero… Barabàn pubblica il suo nono album Il violino di Auschwitz.

Barabàn al Bardentreffen Festival, Norimberga (Germania), 2014 (foto Ralf Schulze).


Concerti, produzioni discografiche e trasmissioni radio-televisive

Dall’esordio Barabàn ha tenuto più di 1600 concerti in Italia, Gran Bretagna, Canada, Federazione Russa, Francia, Finlandia, Spagna, Germania, Portogallo, Austria, Slovenia, Olanda, Belgio e Svizzera. Ha pubblicato otto album e un DVD. Suoi brani compaiono in compilation edite in Italia, Germania, Gran Bretagna, Francia e Svizzera e sono stati utilizzati per sonorizzare videodocumentari, DVD e Cd Rom.
L’ensemble è stato ospite in trasmissioni radiotelevisive in Europa, America e Oceania per RAI, BBC, RTO Radiotelevidenie Ostankino, Radio Melbourne, Goestele Radio, RSI, ORF, RSR, Radio Canada, DRS, BRTN – De Nederlandése Radio, Antenne 2, Tele Koper, Televisione Slovena, Radio Popolare Milano.

Tournée, festival e rassegne

Barabàn ha partecipato a: Folkest ’84, Tour in Svizzera ’85, 4° Barnbacher Folkfestival (A), Tour in Gran Bretagna ’89, Sidmouth International Festival (GB), Tour in Russia ’90 (Urss), Bridport Folk Festival (GB), Tour in Quebec ’90 (CAN), Tour in Gran Bretagna ’90, Tour in Belgio ’92, 4° Festival Interceltico di Porto (P), Faenza Folk Festival (I), Hallein Folk Festival (A), Folkest ’94 (A e SLO), Tour in Germania ’94, Tour in Francia ’95, Mediterranea ’95 (I), Canti randagi (I), 9è Tradicionàrius (E), Festival di Villa Arconati ’96 (I), 13° Folkermesse (I), Reincontres Internationales de Saint-Chartier ’96 (F), Romaeuropa Festival ’96 (I), Sete Sòis, Sete Luas ’96 (P), Santarcangelo dei Teatri ’98, Isola Folk ’98 (I), Etnosoi ! Festival  ’98 (FIN), GardaDanza ’99 (I), Dolcenera – Concerto per Fabrizio De André (I), Folkest ’99, Suoni nel mondo (I), San Salvatore Folk Festival (CH), Le Vie dei Canti 2001 (I), Etetrad 2001 (I), Musica delle radici 2002 (I), Isola Folk 2003 (I), Concerto al Mazda Palace – Milano 2003 (I), Cantavalli 2004 (I), Appennino folk Festival 2004 (I), Folkermesse 2004 (I), Ande, bali e canti – 2005 (I), Forti in scena 2005 (I), Canti randagi – Vinadio 2005 (I), Gong 2005 – Torino (I), Le vie dei canti 2006 (I),Trad.it ! 2006 (NL), Forti in scena 2007 (I), Le vie della musica 2007 (I), 25° Cantamaggio – Morro d’Alba (I), Forti in scena 2008 (I), Appennino Folk Festival (2008), ValTrompiaMusicArt 2008 (I), Zona libera. Eventi resistenti 2008 (I), La Grande Guerra – Milano (2008), Chantar l’uvern (2008), Italian Christmas Festival – Moscow 2009 (RUS), Etètrad 2009 (I), Negro Festival 2009 (I), Isolafolk 2009 (I), Tre giorni di musica popolare ad Acquarossa 2009 (CH), Canti randagi 2 2009 (I), Teatri in scena 2011 (I), Le Regioni dei Suoni 2011 (I), Altisonanze 2011 (I), Suoni e Voci d’Italia 2011 (I), Fai il pieno di cultura 2011 (I), I cerchi del legno 2011 (I), Voces 2012 (I), Trentino Girofolk 2013 (I), Sestriere Film Festival 2013 (I), Suisse Mountain Festival 2013 (CH), Le scenès du Chapiteau (CH), Etètrad ’13 (I), 8° Festival LetterAltura 2014 (I), War and Peace: 39th Bardentreffen Festival in Nürnberg (D) 2014, Folkest 2015, Artinscena 2015 (I), Forti in scena 2015 (I), Folkermesse 2015 (I), Musica tradizionale e antica nelle cascine e nelle chiese rurali di Milano 2016 (I), Tracce nel Tempo 2016 (I), Voces 2016 (I), Sentinelle di pietra 2017 (I), Alpentöne International Festival 2017 (CH), Folk in Tour 2017 (I), Effetto Musica (2018), Alpi Sonanti (2018), XV° Musica al Lavoro (2019), Etètrad 2019 (I), Voci della Memoria – Fondazione Corriere della sera (2020), Folkest 2020 (I), Musica al Lavoro 2022 (I), Rassegna Vocate 2023 (I), Attraverso la memoria 2023 (I).

Barabàn a Etètrad, Charvensod (AO), 2019 (foto Roger Berthod).

Il termine Barabàn
Derivato dall’aramaico Bar abā, (figlio del maestro), Barabàn è un termine comune a tante lingue di origine indoeuropea. Parola onomatopeica (nei paesi slavi significa tamburo), nell’Italia settentrionale assume diversi significati: Barabba, vecchio, monello (barabìn), sovversivo, ribelle, vagabondo. Nome di una melodia popolare del XVI secolo (La Mantovana o Aria di Mantova) di probabile origine ebraica, è diventata famosa in Europa sia nella musica colta (dal Barabàn deriva il poema sinfonico La Moldava di Smetana che sembra conoscesse la versione svedese intitolata Ack, Värmeland) sia in quella popolare come nel repertorio dei violinisti dell’Appennino emiliano, e in Israele (Hatikvah).


Musicisti

Vincenzo Caglioti: organetti diatonici, bandoneon, cori
Aurelio Citelli: voce solista, tastiere, bouzouky, ghironda
Giuliano Grasso: violino, cori
Antonio Neglia: chitarre, mandoloncello, bouzouky, cori
Alberto Rovelli: contrabbasso, cori
Maddalena Soler: voce solista, violino

All’attività concertistica e discografica di Barabàn hanno partecipato, nel corso degli anni, anche:
Mouna Amari, Francesco Grasso, Daniele Bicego, Gianluigi Midali, Matteo Midali, Saul Casalone, Gabriele Coltri, Alessandro Magistrelli, Guido Montaldo, Andrea Ferraresi, Donata Pinti, Diego Ronzio, Paolo Ronzio, Jacopo Soler, Placida Staro, Giulio Venier, Silvia Zambrini, Luigi Zucca, Claudia Cominati e i tecnici del suono Roberto Foini e Arcangelo Monetti.



Discografia

  • Il violino di Auschwitz (in uscita nel gennaio 2024)
  • Voci di trincea (2015)
  • Venti5 d’Aprile (DVD, 2005)
  • Terre di passo (2002)
  • La Santa Notte dell’Oriente (1996)
  • Live (1994)
  • Naquane (1990)
  • Il valzer dei disertori (1987)
  • Musa di pelle, pinfio di legno nero… (1984)



Compilation

  • Bardentreffen 2014 (Heartmoon Records, 2014) – Germany
  • Canti randagi 2. Canzoni di Fabrizio De André (Cose di Musica, 2010)
  • In Terra Zapatista (Radio Onda d’Urto, 2007)
  • Think global world Christmas (World Music Network, 2007) – United Kingdom
  • Tribù italiche: Lombardia (EDT, 2006)
  • Atlante di musica tradizionale. Italia 3 (Felmay, 2004)
  • Folk geneticamente modificato (Nuovi Equilibri, 2003)
  • A Musical Journey to Italy (WeltWunder Record, 2000) – Germany
  • Italy. Music Rough Guide (World Music Network, 2000) – United Kingdom
  • L’orizzonte e la memoria. Musiche da Santarcangelo dei Teatri (1999)
  • Choeurs des cinq continents. Le chant des peuples (Wagram Music, 1998) – France
  • Atlante di musica tradizionale. Italia 2 (Robi Droli, 1997)
  • World Christmas (AVC, 1997) – Switzerland
  • Italia mia. Tutte le più belle canzoni del mondo (Selezione RD, 1997)
  • Canti randagi 1. Canzoni di Fabrizio De André (Ricordi, 1995)
  • Atlante di musica tradizionale (New Tone/CGD, 1995)
  • Canzoni italiane. Vita in campagna (Fabbri Editore, 1994)
  • Canzoni italiane. I cantastorie (Fabbri Editore, 1994)
  • Canzoni italiane. Canzoni all’osteria (Fabbri Editore, 1994)
  • Canzoni italiane. I canti della grande guerra (Fabbri Editore, 1994)


Sonorizzazioni video, DVD e CD rom

  • L’inganno in un passo (Liceo “Leonardo da Vinci” di Bisceglie BT, 2023)
  • 1938. Le leggi razziali italiane sui giovani valdostani (di Patrizio Vichi, 2021)
  • Video sulla Memoria (Istituto Vittorio Emanuele III di Palermo, 2019)
  • Le cento Primavere di Maino (di Aurelio Citelli, ACB, 2013)
  • A5405. Nedo Fiano (di Aurelio Citelli, Provincia di Milano, 2012)
  • Museo all’aperto della Grande Guerra sul Carso (Provincia di Gorizia, 2007)
  • Ando Gilardi. Fotografia e società (di Tonino Curagi e Anna Gorio, Provincia di Milano, 2006)
  • E se non ci fossero? Le cooperative viste dai cooperatori (Confcooperative Como, 2006)
  • Ballo d’Aprile. Memorie di un paese alla vigilia della Liberazione (di Aurelio Citelli, Provincia di Milano, 2005)
  • I sogni degli elfi. Viaggio nella storia del teatro dell’Elfo (di Bruno Bigoni, Provincia di Milano, 2000)
  • Faber (di Bruno Bigoni e Romano Giuffrida, Minnie Ferrara & Associati, 1999)
  • Weihnachten in Valtellina (RFT, 1997)


Spettacoli

Barabàn, Cacis Muhle, Grosshöchstetten (Canton Berna, Svizzera), 2022 (foto Alice Cazzaniga).

  • Il Violino di Auschwitz. Musiche e immagini per non dimenticare
    Una intensa ed emozionante sequenza di melodie e danze della tradizione yiddish, canzoni contro la guerra (da Auschwitz di Guccini a La guerra di Piero di De André) e il razzismo, accompagnata da testimonianze di deportati e filmati d’epoca.

  • L’anello forte. Canzoni di Fabrizio De André e poesie di Alda MeriniUn concerto di canzoni dedicate alla donna tratte dalla tradizione popolare e dal canzoniere di Fabrizio De André. Uno sguardo sul mondo femminile attraverso le voci, le storie e le memorie delle donne. Uno spettacolo per l’Otto Marzo.

  • Venti5 d’Aprile. Musica per la festa della Liberazione
    Uno spettacolo moderno e di straordinaria efficacia, un vera e propria lezione di storia in musica che racconta – attraverso canzoni e melodie di rara bellezza, appassionate testimonianze e immagini di grande forza evocativa, cosa è stata la Resistenza.

  • Canto di Maggio. Concerto di Primavera
    Uno spettacolo dedicato alla festa del Primo Maggio: una pregevole sequenza di canti di lavoro e d’emigrazione, canzoni contro la guerra, melodie composte dagli emigrati italiani in sud America, canti della Resistenza, musiche yiddish e di liscio “antico”.

  • AlpMusic. Musiche, suoni, storie e immagini dell’arco alpino
    Musiche, suoni, storie e immagini per raccontare uno dei luoghi più suggestivi d’Europa, porta di passaggio di genti e culture, spazio in cui le lingue e i saperi s’incontrano.

  • Suoni d’acqua. Musica, storie e visioni dalle terre del Po
    Un affresco di voci, suoni, canti e immagini per raccontare in musica e suggestioni visive le terre tra le Alpi e il mare.

  • Voce al silenzio
    Concerto dedicato alla Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne (25 novembre): canzoni di Fabrizio De André dedicate alla donna e lettura di brani tratti dalle opere di Maraini, Merini, De Gregorio, Dandini e Iacona.

  • Puer Natus. Canti e musiche di Natale
    Con un accurato lavoro di ricerca Barabàn riscopre un patrimonio di canti e musiche di straordinaria bellezza per raccontare il tempo delle Dodici Notti – da Natale all’Epifania – tempo di riti e credenze, sapienza e magia, tradizioni, di inzio e fine, degli uomini, del cosmo.

  • Voci di trincea. Echi della Grande guerra
    Uno spettacolo emozionante che racconta la Grande Guerra attraverso canti, lettere dal fronte, melodie di inizio Novecento, testimonianze e filmati di repertorio.

  • Balla Italia!
    Spettacolo dedicato alla danza popolare italiana. Una sequenza di Curente e Cuntradanso occitane, Tarantelle, Saltarelli, Ballo tundo, Resiane, Pizzica salentina, danze delle “Quattro province”, Bergamasco e Baraben dell’Appennino emiliano, valzer, polche e mazurche. Una performance in cui è il ballo, con i suoi colori e le sue movenze a fare spettacolo.

Barabàn, Venti5 d’Aprile, Arese (MI), 2022.



Recensioni

…uno splendido concerto…nelle mani di Barabàn la musica popolare italiana ha raggiunto livelli di altissima qualità.” (Helsingin Sanomat, Finlandia, 1998)

Il Festival Interceltico è terminato in grande stile con Chieftains e Barabàn.” (Jornal de Noticias, Portogallo, 1993)

I Barabàn sono stati ottimi. Eccellenti esecutori, partono da un profondissimo lavoro di ricerca…Sono stati la grande rivelazione del 4° Folk Festival Interceltico.” (Pùblico, Portogallo 1993)

 “…basta solo qualche minuto dei Barabàn per capire perché un gruppo così possa far furore nei festival folk d’Europa. Con un impatto da far invidia a tanti gruppi rock i Barabàn sono un vero e proprio reparto d’assalto della musica neotradizionale italiana…” (il manifesto, 1995)

L’esibizione dei Barabàn è stata di ottimo livello: perfetta l’intesa tra i componenti, ben studiata la sequenza dei brani….Applausi scroscianti hanno accompagnato l’intero concerto…” (L’Adige, 1991)

 “… unanimemente considerato una delle più qualificate band di musica popolare italiana, i Barabàn non sono materia di stanca ripetizione ma di recupero creativo: ecco così comparire sax e tastiere accanto a bellissimi strumenti folk e virtuosistiche improvvisazioni jazzate accanto a canzoni contadine…” (il Giornale, 2006)

…uno dei migliori gruppi acustici del nostro paese…” (La Stampa, 2005)

Nome storico nel panorama della musica folk, i Barabàn sono considerati tra i più autorevoli esponenti della musica popolare italiana”. (Il Giorno, 2004)

I Barabàn sono la punta di diamante della musica popolare italiana”. (Giornale di Brescia, 2003)

…tra i più stimati testimoni del patrimonio folk e popolare.” (la Repubblica,1996)

La qualità della proposta musicale è garantita dalla professionalità dei componenti, artisti attivi a tutto campo sulla scena folk italiana” (L’eco del Chisone, 2004)

“…una delle migliori band italiane di musica popolare. In quasi vent’anni di attività sono riusciti a conquistare uno straordinario credito presso gli appassionati di musica folk…” (La Provincia, 2000)

Il loro è un newfolk d’avanguardia, originale sintesi di tradizione, attualità e futuro…un modernissimo sound che ha aperto ai Barabàn le porte dei più importanti folk festival italiani ed europei.” (Ticino 7, Svizzera, 2000)

“Grande entusiasmo ha suscitato il tour del gruppo italiano Barabàn.” (Sovietskaja Rossja, Russia, 1990)

Che cantino i giorni della merla o la protesta contro la prima guerra mondiale la grinta che sfoderano dal vivo può fare invidia ad un gruppo rock.” (il manifesto, 1995)

Con una carriera musicale passata attraverso più di mille concerti sui palcoscenici dei Festival di mezza Europa Barabàn ha contribuito a valorizzare la grande tradizione musicale del nord Italia.” (Il Giorno, 1998)

“…un concerto originale, un gruppo di rilevanza internazionale” (Repubblicain Lorrain, Francia, 1995)

Il concerto dei Barabàn è stato un grande evento musicale… Eccellenti musicisti e ottimi cantanti, bravissimi nel canto a cappella, i Barabàn riescono a fondere in modo innovativo passato e presente. Applausi scroscianti hanno accompagnato l’intero concerto…” (Gazzetta di Mantova, 1995)

Riportando tutto a casa, o quasi. Si potrebbe dire così del concerto dei Baraban a Nogara, davanti al numeroso pubblico che riempiva il plateatico allestito proprio di fronte al municipio. Dopo le divagazioni migratorie degli Hotel Rif, “Musica delle radici” si congeda tornando?alle radici. Ci scherzano sopra anche i quattro Baraban, storico punto di riferimento della ricerca folk italiana, ‘seriosi’ filologi del patrimonio popolare del norditalia. “Questo è un canto delle mondine della Lomellina, terra di confine tra Lombardia e Piemonte – spiega Aurelio Citelli, voce, piano Roland, chitarra e principale portavoce del gruppo – ed è uno stornello in cui si parla di patate, rape e riso, fino a non tantissimo tempo fa praticamente l’essenziale ‘gastronomia’ della zona. Più ‘radici’ di così?” E la filastrocca, in cui viene coinvolto anche il pubblico, corre tra autoironia sulla propria povertà controbilanciata, come spesso accade nella canzone popolare, da allegre allusioni erotiche. Sono costanti che anche il patrimonio popolare veneto ben conosce, e certamente la Bassa veronese non fa fatica ad identificarsi nel non dimenticato mondo delle mondariso e dei mulini sul Po di bacchelliana memoria. Baraban, appunto, è da parecchi anni sinonimo della musica popolare dell’Italia settentrionale, diciamo dall’Appennino tosco-emiliano in su fino alla parte più occidentale del lombardo-veneto. I canti delle mondine, le vicende sentimentali e drammatiche che avevano luogo nel privilegiato scenario del mulino sul ritmo della polka, della mazurka, del trallallero, la fanno da padrone nel repertorio del quartetto milanese. Ma ci tengono a precisare, Citelli e compagni, da sempre connotati anche da un chiaro impegno antimilitarista, antifascista e antirazzista, che nelle risaie arrivavano mondine da tutta Italia, così come da tutto il paese arrivavano i fanti protagonsti della battaglia di Gorizia nell’agosto 1916, quella cantata in “O Gorizia tu sei maledetta”, un tradizionale immancabile nei concerti dei Baraban. Insomma, la canzone popolare come elemento di unione tra popoli diversi, non di esclusivo segno di appartenenza. E così in una danza proveniente dalle alture parmensi s’inseriscono la darbouka e refoli di vento mediterraneo, e in un altro ballo ancora diffuso sull’appennino bolognese violino e clarinetto tirano quasi dalle parti di una freilach di marca klezmer. Spiegano, i Baraban, che si tratta di un’aria originariamente partita dalla corte dei Gonzaga a Mantova, dove erano di casa molti musicisti ebrei. E ‘Baraban’ era proprio il nome di tale danza. Con i piedi sempre ben saldi nei “Canti della Terra”, Citelli e colleghi si permettono soltano un paio di excursus tra partigiani e Liberazione (“Bella ciao” e “14 luglio”, le prime orchestrine swing a Milano nella prima ‘ufficiale’ notte di festa a guerra finita), e riprendono l’omaggio a Fabrizio De André con la “Canzone del maggio” già finita sull’album tributo “Canti randagi”. (L’Arena, 2002).


Contatti

info@baraban.it
tel. 338 7189841
tel. +39 339 3271747 (estero)