“Lo chiamavano Manajetta”.
Presentazione a Gaggiano

Venerdì 24 giugno, alle ore 21.15, a Gaggiano, in Piazza Daccò, si terrà la presentazione del volume
Lo chiamavano Manajetta. Storia di un’impiccagione a Gaggiano e appunti sulla criminalità in Lombardia tra Sette e Ottocento, di Aurelio Citelli, pubblicato dall’Associazione culturale Barabàn.
Alla presentazione, organizzata dall’Associazione culturale Barabàn in collaborazione con il Comune di Gaggiano, la Biblioteca comunale “Aldo e Cele Daccò” e Il Rachinaldo interverranno, oltre all’autore, Paolo Migliavacca e Patrizia Piccini.

Era un sabato di giugno del 1833 quando, di ritorno da Milano, sulla Vigevanese, Carlo Bettoli detto Manajetta, muratore di 22 anni, assaltò Giulio Giussani, fittabile di Morimondo, e Domenico Pasini, cappellano di Coronate. Appostato tra il fogliame, il delinquente aveva atteso il momento opportuno per compiere il colpo. Scarso il bottino: 43,49 lire austriache. Dopo un quarto d’ora Manajetta veniva arrestato sulla strada della Cascina Schenavoglia e, tra ali di folla, condotto nelle carceri della Gendarmeria di Gaggiano situata nel palazzo della Torretta.

Giudicato in loco dal Giudizio statario (sorta di tribunale militare) e, dichiarato colpevole, Bettoli venne impiccato sulla Vigevanese.

Il fatto, ricostruito da Aurelio Citelli attraverso fonti giornalistiche e documenti d’archivio, ha consentito di gettare uno sguardo sul tema della criminalità che ha imperversato nel Milanese e nel Pavese, e più in generale in Lombardia, tra Settecento e Ottocento.

Nelle campagne l’insicurezza regnava ovunque: sulle strade, nelle case, nelle cascine, nelle osterie, nelle chiese e perfino sui barchét che solcavano le acque del Naviglio. I viandanti venivano derubati, le carrozze assalite, gli osti truffati, le cascine incendiate.

A occupare la scena, una schiera di piccoli delinquenti e briganti – tutti regolarmente forniti di soprannome, Sciavatinett, Cisalpinetto, Cisger, Anima Longa, Manajetta – soli od organizzati in bande, le cui storie, almeno di quelli più famosi, sono rimaste, oltreché nelle sentenze dei tribunali, nella memoria popolare. Manajetta – derivato dall’uso di una piccola mannaja – era il soprannome più terribile.

Dalle pagine del libro di Citelli emerge un lato sconosciuto della storia lombarda di due secoli fa: campagne segnate dalla miseria, banditi efferati che tengono sotto scacco viandanti e fittabili, cascine incendiate, osti truffati. Non è il Far West o il Meridione del brigantaggio, ma la Lombardia che esce dal volume Lo chiamavano Manajetta, un po’ c’assomiglia.

In caso di pioggia la presentazione si terrà nella Sala consiliare del Municipio. Il libro sarà in vendita nelle edicole di Gaggiano e on-line https://fototeca-gilardi.com/prodotto/lo-chiamavano-manajetta/


Vendita
Il volume è in vendita presso:
Libreria Il Nuovo Delfino – Pavia, Piazza Cavagneria 10
Edicola di Manu e Tito – Gaggiano, Piazza della Repubblica

e online
Fototeca Gilardi:
https://fototeca-gilardi.com/prodotto/lo-chiamavano-manajetta/
€ 15,00