Manajetta a Pavia

Martedi 28 marzo, alle ore 18, a PAVIA presso la LIBRERIA IL DELFINO – UBIK, Piazza Cavagneria 10, sarà presentato il volume LO CHIAMAVANO MANAJETTA. Storia di un’impiccagione a Gaggiano e appunti sulla criminalità in Lombardia tra Sette e Ottocento, di Aurelio Citelli. L’autore ne parlerà con Marco Bonacossa, ricercatore storico.

La storia di Manajetta, impiccato per 49 Lire austriache

Era un sabato d’estate del 1833 quando, di ritorno da Milano, sulla Vigevanese nei pressi di Gaggiano, Comune al tempo appartenente alla Delegazione provinciale di Pavia, il fittabile Giulio Giussani e il religioso Domenico Pasini vennero assaltati e rapinati da Carlo Bettoli detto Manajetta, un muratore di 22 anni che da mesi scorrazzava nella zona terrorizzando i passanti. Scarso il bottino: 49,43 lire austriache. Dopo un quarto d’ora Manajetta veniva arrestato.


Sottoposto a Giudizio statario della Provincia di Pavia (sorta di tribunale militare presieduto da Bartolomeo Berti, presidente del Tribunale criminale pavese, direttore della Facoltà Politico–Legale dell’Università di Pavia e fratellastro di Antonio Mazzetti, potente presidente dell’Appello lombardo) e dichiarato colpevole, il giovane muratore fu impiccato nello stesso luogo della rapina.

Così voleva la Franzikana, il terribile codice penale austriaco.

Il fatto, ricostruito da Aurelio Citelli attraverso fonti giornalistiche e documenti d’archivio, ha consentito di gettare uno sguardo sul tema della criminalità che ha imperversato in terra lombarda, tra Settecento e Ottocento, ed in particolare sul famigerato istituto del Giudizio statario che durante i primi decenni della Restaurazione mandò a morte decine di giovani, anche per piccoli reati.

Nelle campagne tra Milano, Pavia e il fiume Ticino l’insicurezza regnava ovunque: sulle strade, nelle case, nelle cascine, nelle osterie, nelle chiese e perfino sui barchét che solcavano le acque del Naviglio. I viandanti venivano derubati, le carrozze assalite, gli osti truffati, le cascine incendiate. A occupare la scena, una schiera di delinquenti, banditi e briganti – tutti regolarmente forniti di soprannome, Sciavatinett, Cisalpinetto, Anima Longa, Fatutto soli od organizzati in bande, le cui storie, almeno di quelli più famosi, sono rimaste, oltreché nelle sentenze, nella memoria popolare. Manajetta derivato dall’uso di una piccola mannaja – era il soprannome più terribile.

La sequenza di episodi criminali, in gran parte inediti, raccontati da Citelli, toglie il respiro: imboscate, sparatorie, assalti alla diligenza, rapine, omicidi. Nessuno sfuggiva alle imprese criminali di banditi, malviventi e grassatori.

Erano, soprattutto, la Strada Pavese e la Vigevanese il luogo privilegiato di rapine, assalti e sparatorie, con scene che ricordano da vicino quelle del Far west: il fatto più grave avvenne il 18 giugno 1820 sulla Vigevanese quando, mentre rientrava a Milano in compagnia del padre, il figlio del dottor Martinelli fu ferito mortalmente da due colpi di schioppo esplosi, forse, dal famigerato Fatutto, bandito che per anni aveva scorrazzato nelle campagne di Casorate compiendo rapine, assalti alle case e alle cascine, ferendo uomini della forza pubblica, fittabili e contadini. Fu messa una taglia sulla sua testa e dopo qualche settimana venne arrestato e giustiziato a Milano.

Gaggiano, il Palazzo della Torretta dove venne incarcerato il ‘bandito’ Manajetta.

Alla violenza criminale, il potere rispose con codici penali arretrati, processi senza difesa, punizioni disumane, procedimenti sommari del tutto simili a quelli allestiti dai tribunali militari che, quasi sempre, si concludevano con la pena di morte: forca, ghigliottina o fucilazione.


Dalle pagine del libro esce un lato sconosciuto della storia lombarda di due secoli fa: campagne segnate dalla miseria, banditi efferati che tengono sotto scacco viandanti e fittabili, cascine incendiate, osti truffati. Se non è il Meridione del brigantaggio o il Far west dei celebri film, la Lombardia un po’ c’assomiglia.

Lo chiamavano Manajetta è in venditra presso
LIBRERIA IL DELFINO – Pavia, Piazza Cavagneria 10
EDICOLA MANU E TITO – Gaggiano, Piazza della repubblica
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