Rimanere nella memoria. Con Calvino

Ci ha fatto piacere leggere un bell’articolo di Renzo Salvi (1)Presidente Amici della Cittadella (Assisi) e già prestigioso regista RAI, risalente al dicembre 2022, trovato in rete. Salvi ricorda due concerti tenuti da Barabàn (“da giovani”) a Cucciago (CO) – gli spettacoli si svolsero il 19 giugno 1983 e il 25 aprile 2005 – e come la canzone Oltre il ponte di Italo Calvino – da sempre nella scaletta del nostro spettacolo Venti5 d’Aprile – sia rimasta nella memoria della comunità “aclista” sollecitando ricordi e identificazioni. Per andare “oltre il ponte”.
Essere associati a Italo Calvino – anche se immeritatamente – è un grande onore.
Allora, un grazie di cuore a Renzo Salvi!

Rimanere nella memoria. Con Calvino


“Non è detto che fossimo santi…”, 65 anni di Circolo Acli a Cucciago

I “Baraban” erano passati a Cucciago, in Corte Castello, ai loro esordi: da giovani. I “Baraban”: un complesso, per chi non lo sapesse, di bella musica e di canto storicamente impegnato, erano poi anche tornati, in momenti di loro maggior fama, con proposte che contemplavano l’esecuzione, tra l’altro, di “Oltre il ponte”, un testo (1956) di Italo Calvino sulla guerra partigiana, con musica di Sergio Liberovici, del quale esistono altre versioni: con i “Modena”, per dire, e la partecipazione di Moni Ovadia e di Francesco Guccini. Ma questo, loro, “Oltre il ponte” qui era rimasto nella memoria perché aveva sollecitato ricordi e identificazioni: a noi, alle Acli, era toccato essere da sempre nella condizione di dover andare oltre un ponte che, da sempre (si vuol ripeterlo), era e forse è ancora “in mano nemica”.

Il lungo e intenso articolo di Salvi si conclude, poi, così:

(…) Costruendo, combattendo, sapendo di avere non solo avversari ma anche nemici – son figure diverse – con cui misurarsi e battagliare; perché noi siamo coscienti di essere chiamati – così Achille Grandi – “ad un grande compito”. Che non si esaurisce. Che deve passare e deve rivivere nelle speranze dei giovani d’oggi e di quelli futuri: di generazione in generazione.
Ciò può accadere purché ci si ponga in grado di trasmettere, narrando – di nuovo e conclusivamente con Calvino e i “Baraban” – “quei nostri pensieri, quelle nostre parole, d’allora” perché quelle possano rivivere “in quel che tu speri/o ragazza color dell’aurora”.

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https://www.aclicomo.it/laboratorio-sociale/non-e-detto-che-fossimo-santi-65-anni-di-circolo-acli-a-cucciago/

(1) Renzo Salvi (Cermenate, 1950) è stato docente di Storia della Tv all’Accademia di Belle Arti di Brera. Laureato in Scienze Politiche all’Università Statale di Milano, è entrato in Rai nel 1978, col ruolo di programmista/regista. Dal 1996 al 2015 è stato Dirigente Rai e Capo Progetto di Rai Educational, poi Rai Cultura. Dal 1978 ha ideato, curato e prodotto programmi radiofonici e televisivi di carattere sociale (Il filo del lavoro, RaiTre), religioso (Segni per tempi nuovi, RadioDue, con D. M. Turoldo; Le ragioni della speranza, RaiUno, con G. Ravasi; Città senza mura, RaiTre, con C. M. Martini), per l’infanzia (L’Albero Azzurro, RaiUno e RaiDue), storico e di divulgazione scientifica (Testimonianze dai Lager, Lampi di genio in Tv, Spazio: storia del futuro, per RaiEdu e RaiTre). Scrive sulle pagine di «Rocca» dal 1972 e dal 1997 vi firma la rubrica di Radio e Tv. Dal 2016 è Presidente degli Amici della Cittadella. Memoria e Profezia, di Assisi.