Chieftains close in apotheosis, Barabàn revelação of Interceltic Festival

FMSTEREO, 1993.04.05

Rivelazione
E i Barabàn, in fondo, come sono? Sono grandi! (…) Eccellenti interpreti, partono da un profondissimo lavoro di indagine e raccolta di temi lombardi e piemontesi, a cui aggiungono la raffinatezza di arrangiamenti vicini all’estetica rinascimentale e prebarocca. Impressionanti le polifonie vocali (“la Merla”, “la Brunetta”, a “Stornelli”, “Le pute egie”, tra gli altri) e le vocalizzazioni soliste di Aurellio Citelli – sublimi in “Lena” e “La fia rubada”, questo è uno dei temi più belli dell’ultimo album della band “Naquane” – tessuto su tastiere e chitarra. Giuliano Grasso e Guido Montaldo hanno brillato rispettivamente al violino e al “piffero”/flauti. Paolo e Diego Ronzio hanno costruito il supporto armonico e ambientale con chitarra, cornamuse, legni e percussioni varie.
Dotati di vena umoristica, i Barabàn hanno saputo alternare l’ortodossia al divertimento e alla critica, a volte salace – “La moglie di Andreotti, camminava nella vita?”, commentavano a proposito della canzone “La Brunetta”; “Ora utilizzeremo strumenti tradizionali italiani e (riferito al sintetizzatore DX 7) uno strumento tradizionale giapponese”. Divertente e originale, una suite con quattro ocarine su fondo di tastiera. Al momento del “bis”, i Barabán si sfogavano in una sfavillante polka che serviva a mostrare la tecnica superlativa del violinista e un delizioso uso dei cucchiai, a percussione, di Guido Montaldo. I Barabán sono stati, come previsto, la grande rivelazione del festival (…)