Roberto Leydi.
Il ‘monello’ che ci fece conoscere l’altra musica

a cura di Aurelio Citelli

con contributi di Umberto Eco, Moni Ovadia, Bruno Pianta, Ferdinando Scianna, Febo Guizzi,
Cesare Bermani, Franco Castelli, Francesco Giannattasio, Ignazio Macchiarella, Renata Meazza, Luigi Pestalozza, Nicola Scaldaferri, Nico Staiti, Elena Bergomi



Il volume Roberto Leydi. Il ‘monello’ che ci fece conoscere l’altra musica sarà in vendita online da lunedì 26 giugno 2023 presso Fototeca Gilardi: https://fototeca-gilardi.com/categoria-prodotto/cultura-popolare/


A vent’anni dalla scomparsa di Roberto Leydi (Ivrea, 1928 – Milano, 2003), etnomusicologo, docente, giornalista, saggista, conduttore di programmi televisivi e radiofonici, ACB, l’etichetta editoriale di Barabàn pubblica in esclusiva un’inedita e straordinaria testimonianza dello studioso milanese raccolta da Aurelio Citelli nel 1996 in occasione della lavorazione del video Roberto Leydi. L’altra musica.
Il racconto di Leydi spazia dal suo interesse giovanile per il jazz al lavoro al settimanale «L’Europeo», dai viaggi con Ferdinando Scianna allo ‘scandalo’ di Bella ciao, dalla nascita del folk revival in Italia ai rapporti con i cantori e i suonatori popolari, dall’insegnamento al DAMS di Bologna alla nascita dell’Ufficio Cultura del Mondo Popolare della Regione Lombardia fino alla sua collezione di oggetti e strumenti musicali popolari.

Roberto Leydi durante le riprese del video ‘L’altra musica’, Orta San Giulio NO, 1996 (foto da video di Renato Minotti)


Ha detto Roberto Leydi: “Per me – ma non solo per me – la ricerca fu la ricerca di una patria, di un paese in cui riconoscersi. Non mi potevo riconoscere nell’Italia di Vittorio Emanuele II, di Garibaldi o di Cavour, personaggi da iconografia, retoricizzati, non retorici, ma retoricizzati, fissati nei libri di scuola, nei monumenti, nelle strade. Non ci si può identificare in un monumento. Ci si può identificare nella storia di un uomo che racconta cosa gli è successo durante la Prima Guerra Mondiale quando era soldato sul Carso. Lì, nasceva un’altra patria, una patria della gente che si incontrava per strada o che si vedeva nei campi. La spinta fu quella”.

Illustrato da numerose immagini, alcune delle quali di prestigiosi fotografi italiani (Mario De Biasi, Lisetta Carmi, Fedele Toscani, Luigi Ciminaghi, Ferdinando Scianna, Oliviero Toscani, Maria Vittoria Backhaus), il libro ricostruisce la figura di Leydi anche attraverso la testimonianza di suoi collaboratori e amici: Umberto Eco, Bruno Pianta, Ferdinando Scianna, Moni Ovadia, Febo Guizzi, Cesare Bermani, Renata Meazza, Franco Castelli, Luigi Pestalozza, Francesco Giannattasio, Nico Staiti, Ignazio Macchiarella, Nicola Scaldaferri, Elena Bergomi. Tante voci che, senza dimenticare la figura di Sandra Mantovani, ricercatrice e cantante sempre rimasta al fianco di Leydi, tracciano un quadro ricco e variegato della poliedrica personalità dello studioso che con il suo sguardo ha cambiato l’Italia e la sua cultura.

Ha scritto il curatore Aurelio Citelli nella prefazione: “Senza Leydi l’Italia si è impoverita. Si sono impoveriti la cultura, il dibattito colto-popolare, si sono inaridite le discussioni sul rapporto tra ‘noi’ e gli ‘altri’ (che, poi, siamo sempre noi), sono venute a mancare quelle intelligenti provocazioni – volute o non volute – come quel ballo del Barabèn a Castelfidardo quando, durante una cena, alla presenza di un sottosegretario al Ministero dell’Interno, non essendo altri disponibili a fare il ‘morto’, si prestò lui a sdraiarsi per terra tra lo stupore dei presenti (…). Un ‘monello’, lo definì il suo amico Eco. Ma la monelleria, l’ironia, il fare «tutto sul serio senza prendersi mai troppo sul serio» erano solo una parte della personalità di Leydi. Poi c’erano l’erudizione, raffinata e vastissima, l’autorevolezza, la sua capacità di trasmissione del sapere”.

Sandra Mantovani e Roberto Leydi (foto Ferdinando Scianna, per gentile concessione dell’autore)

Il volume contiene un codice QR per visionare il video Roberto Leydi. L’altra musica e ascoltare, o vedere, i brani della raccolta Canti e musiche per Roberto eseguiti da: Bandella di Tremona, Barabàn, Melchiade Benni e Bruno Zanella, Gianfranco Brignoli e Giacomo Davio, Cantori della Stella di Collio, Compagnia Sacco di Ceriana, Compagnia Sunadur di Ponte Caffaro, Gruppo Pifferi e Tamburi del Carnevale di Ivrea, Mondine di Valle Lomellina, Musiche selvagge.

Ballerini e suonatori della Val di Resia. Sentite buona gente, Teatro Lirico, Milano, 1967 (foto Luigi Ciminaghi/Piccolo Teatro di Milano-Teatro d’Europa)


L’AUTORE
Aurelio Citelli (1956). Ricercatore, musicista e autore di docufilm, si dedica alla raccolta di musiche tradizionali, memorie etnografiche e storia orale. Nel 1982, con altri musicisti milanesi, ha fondato Barabàn con il quale ha tenuto concerti in tutta Europa, Russia e Nord America, e ha pubblicato sette album e un DVD. Ha curato la regia dei video Roberto Leydi. L’altra musica (2004), Le voci dei pifferai (2004), Ballo d’Aprile (2005), Oltrepo. Le immagini ritrovate (2007), Mario Brignoli. Vuse ‘pasiunà (2008), A5405. Nedo Fiano (2012), Le Cento Primavere di Maino (2013), I ragazzi della Speranza (1967-2017). In collaborazione con altri ha curato le pubblicazioni discografiche Canti e musiche popolari dell’Appennino pavese (1988), Pas en amur. Monfrine e balli di carnevale (1993), Curì o gént. Canti delle mondariso lomelline, pavesi e dell’Oltrepo (1995), Curmàia siur padron. Canzoni, ballate e stornelli di risaia (1996), Eva Tagliani. La voce delle mascherate (2000), L’armonia. Tradizione campanaria delle valli bergamasche (2005). Nel 2022 ha pubblicato il volume Lo chiamavano Manajetta. Storia di un’impiccagione a Gaggiano e appunti sulla criminalità in Lombardia fra Sette e Ottocento (2022). Con G. Grasso ha scritto La tradizione violinistica nell’Oltrepo pavese (1993) e La Piva natalizia tra Milano e il Ticino (2019). Con Grasso, A. Rovelli e M. Savini è autore del libro Int u segnu. Guaritori popolari e pratiche magiche nelle Quattro province (2014).


HANNO SCRITTO

… ora è la volta di un bello e meritorio volume curato da Aurelio Citelli, membro storico del gruppo musicale Barabàn, personalità di rilievo della ricerca su musiche di tradizione orale, memoria etnografica e storia orale. Nel 2004 Citelli ha diretto e prodotto il DVD, “Roberto Leydi. L’altra musica”, realizzato attraverso tre interviste raccolte nel 1996 a Orta San Giulio (NO) e Milano, che tracciava un indelebile ritratto dello studioso piemontese (Ivrea 1928 – Milano 2023). A vent’anni dalla sua scomparsa, Citelli torna a raccontare di questo gigante della cultura italiana, proponendo un lavoro che discende dal quel documentario e che riprende nel titolo un felice commento di Umberto Eco, che definì il suo amico un “monello della musica”, proprio per la capacità dell’etnomusicologo di occuparsi di aspetti culturali completamente ignorati dai più… Ciro De Rosa, Blogfoolk

Un “monello” lo ha definito l’amico e collaboratore Umberto Eco. Per la sua ironia, il suo fare tutto sul serio ma senza mai prendersi troppo sul serio. Aveva la capacità di riuscire a trovare un equilibrio tra impegno e leggerezza, tra erudizione vastissima e talento comunicativo, che gli consentiva di sedurre e farsi intendere sia da un maestro d’orchestra che da persone non istruite. Con tutte le difficoltà che si potevano incontrare, date dalle distanze sociali, culturali, economiche che esistevano tra chi apparteneva a mondi diversi e lontani. Ma Leydi sapeva come abbattere le barriere.
A leggere le sue parole, fissate da Aurelio Citelli in una lunga intervista raccolta nel 1996 in occasione della lavorazione del documentario Roberto Leydi. L’altra musica, prodotto dalla Provincia di Milano nel 2004, e allegato alla recente pubblicazione Roberto Leydi. Il ‘monello’ che ci fece conoscere l’altra musica, sempre a cura di Aurelio Citelli (Associazione culturale Barabàn), a tratti ci si commuove per la passione che ha animato lo studioso piemontese. Chiara Ferrari, Patria Indipendente

A vent’anni dalla scomparsa Roberto Leydi, etnomusicologo docente, giornalista, saggista, conduttore di programmi televisivi e radiofonici viene dedicato, a cura di Aurelio Citelli, un esauriente saggio che offre un ampio quadro della personalità dello studioso che, con il suo lavoro e la sua ricerca, ha sicuramente contribuito a cogliere le trasformazioni sociali e politiche del nostro Paese. Massimo Cecconi, Foglieviaggi


Un libro documentario davvero notevole che racconta la vita e l’attività di un grande del ‘900 italiano, Roberto Leydi, sapientemente redatto da Aurelio Citelli al quale va il mio plauso e riconoscenza x avermi condotto x mano in un mondo a me assai caro, quello della ricerca e salvaguardia delle tradizioni popolari attraverso l’espressione canora e musicale. Una lettura che mi ha appassionato in queste giornate estive facendomi ripercorrere vissuti che hanno segnato e arricchito la mia vita. Grazie. Antonio Zabatta


Il libro ha davvero tutto, completezza, accuratezza, poesia. Che gran lavoro ha fatto per ricostruire una figura tanto fondamentale per la nostra storia della musica, quanto eclettica e così difficile da delineare per complessità. Per fortuna questo libro ci restituisce l’enorme patrimonio, con immagini e interviste preziosissime. Chiara Ferrari

Bel libro veramente, come mi avevano preannunciato gli amici Doro, Lovatto e Bermani. Ciao, grazie ancora e complimenti. Franco Castelli

Di ritorno a Roma ho trovato il volume Roberto Leydi da lei curato, che mi aveva inviato. Grazie. Il libro si legge, con emozione, tutto di un fiato ed è pieno di  immagini e testimonianze, prima fra tutte il testo integrale della sua approfondita intervista con Roberto, del 1996; Il tutto corredato da un’esauriente bibliografia-discografia, dal suo bellissimo videodocumentario Roberto Leydi. L’altra musica, del 2004 (che, quando ancora insegnavo, appassionava molto i miei studenti) e da un’efficace selezione di Canti e musiche per Roberto. Davvero complimenti! Francesco Giannattasio

Caro Aurelio grazie per il volume (è arrivato qualche giorno fa ma io l’ho visto adesso rientrando in sede). Complimenti, molto bello. Ignazio Macchiarella

Ho ricevuto e letteralmente divorato questo bel libro di Aurelio Citelli, “Roberto LEYDI – Il monello che ci fece scoprire l’altra musica”. Un libro biografico e divulgativo, tramite interviste a lui medesimo e ai suoi innumerevoli collaboratori, sulla figura “socratica” di questo grande ricercatore e etnomusicologo italiano, purtroppo non più tra noi (…) Il libro di Aurelio Citelli si snoda come una ricerca pregna di notizie, aneddoti, citazioni e pensieri profondi sul mondo della ricerca etnomusicologica italiana (e non solo), ragionandoci e cercando di rappresentare in modo obbiettivo le opere e l’uomo. P.S. (Rivolto soprattutto ai giovani “folkettari” e agli inconsapevoli ballerini): se non ci fosse stato Roberto Leydi, probabilmente oggi non saremmo qui a suonare e ballare le cose che ci piacciono tanto. Molto probabilmente, sarebbero già sparite nell’oblio e nell’incultura che ha pervaso il mondo contemporaneo, non solo in tempi recenti. Il cosiddetto “riflusso” era appena dietro l’angolo, non lo scordiamo… Rinaldo Doro


224 pg. + 16 pg. inserto a colori
ISBN 978-88-909698-5-0
ACB/BOOK 27
© 2023 Associazione culturale Barabàn

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Da sin.: Joe Sentieri, Louis Armstrong e Roberto Leydi. Dietro Giuseppe Tassis. Milano, Piazza Diaz, anni Cinquanta.