Musiche selvagge

Canti, danze e suoni delle Quattro Province

Musiche selvagge è una piccola orchestra popolare che suona e reinventa la musica delle Terre alte appenniniche (area a cavallo delle province di Pavia, Piacenza, Genova e Alessandria) con passione, gusto e rinnovata vitalità.
    
Musiche selvagge è un patchwork di voci, suoni e memorie, un orchestra-laboratorio formata da sette musicisti dediti alla valorizzazione del patrimonio musicale delle Quattro province.


Cuore dell’Appennino, poste tra il mare e la pianura Padana, il Piemonte e l’Emilia, queste montagne sono da sempre luogo d’incontro di culture e lingue differenti, spazio in cui il sapere antico e il patrimonio musicale popolare sono ancora cultura viva e in continua trasformazione.

La musica di tradizione di questi monti non è un reperto archeologico: con il suo bagaglio di riferimenti storici, sociali e perfino di evoluzione della tecnica – dagli inni carpiti agli eserciti napoleonici ai canti importati dalle terre dei risi o dai mulattieri che percorrevano le vie del sale, dall’Ottocentesca maestria artigianale per costruire pifferi e muse fino all’odierno impiego dell’informatica – il patrimonio musicale locale è un importante tassello della cultura italiana ed europea.

Musiche selvagge, Teatro Sociale di Stradella, 2015 (foto Diego Ronzio).

Il concerto

Musiche selvagge propone un concerto moderno e di grande fascino. Un affresco in musica delle Quattro province, terra ricca di canti, suoni, storie e memorie.
Con una narrazione a più voci, Musiche selvagge compone uno spettacolo ricco di pathos, rimandi culturali, colori, lingue, sonorità: canti carnevaleschi, strofe delle questue primaverili, arcaiche ballate dell’alta Val Borbera, danze da piffero dell’alta valle Staffora, canzoni a ballo delle valli piacentine, canti di cantastorie, ninna nanne, Polche e Monfrine dei gruppi d’archi dell’alta collina, canti narrativi del Passo del Brallo. 

Originali e innovativi i brani a tre pifferi superbamente eseguiti da Marco Domenichetti, Roberto Ferrari e Andrea Ferraresi, accompagnati da Claudio Rolandi e Cesare Campanini alla fisarmonica. 

I brani vocali, arrangiati da Aurelio Citelli (tastiere, chitarra e bassetto) e Claudio Rolandi con un ideale equilibrio tra tradizione e modernità, rivelano le ottime capacità tecniche di Maddalena Soler alla voce e al violino. Di grande pregio le esecuzioni vocali “da piffero” eseguite da Cesare Campanini, eccellente”vocalist” delle Quattro province, e quelle polivocali tra cui spiccano spendidi brani per le nozze, canti narrativi e la canzone di Draghino nella versione raccolta a Colleri, da Eva Tagliani.

In chiusura, il concerto di Musiche selvagge si trasforma – dove possibile – in una grande festa a ballo con Alessandrine, Gighe, Piane, Valzer, Polche e Mazurche. E, fino a notte fonda, la festa è assicurata.



Festival e rassegne

Musiche selvagge ha partecipato a: Sentré 2006, Appennino Folk Festival 2006, Sentré 2007, Sentré 2008, Festival di Scapoli 2008, Sentré 2015, Iria Castle Festival, Musica in quota 2023. 

Musicisti

Cesare Campanini: voce solista, fisarmonica
Aurelio Citelli: voce solista, tastiere, chitarra, bassetto
Marco Domenichetti: piffero, flauti, voce
Andrea Ferraresi: piffero, flauto, chalumeau, voce
Roberto Ferrari: piffero, voce
Claudio Rolandi: fisarmonica, voce
Maddalena Soler: voce solista, violino

Discografia

Sentré, (2007) ACB/CD16 (CD)
    

Scheda tecnica

Lo spettacolo dura 90 min. (+ finale a ballo, su richiesta) e si può realizzare sia in spazi aperti che in teatri e auditorium. Per l’allestimento del concerto occorre predisporre:

  • palco o pedana di m 6×8
  • impianto di sonorizzazione di 2.000 watt con mixer minimo 16 ingressi, 10 microfoni direzionali, 5 monitor, 4 DI box
  • illuminazione (almeno 4.000 watt – fari bianchi e colorati)
  • n. 2 prese di alimentazione 220 volts sul palco per tastiera e mixer chitarra
  • 4 sedie senza braccioli

Info

info@baraban.it
tel. +39 338 7189841